Descrizione
Sulla superficie di un barattolo di latta di colla Coccoina, oggetto familiare e domestico che porta con sé il profumo della scuola e dei gesti artigiani,
è assicurato con un filo color porpora il ritaglio di un dipinto a olio. Una memoria visiva che richiama il lavoro lento e concreto delle mani. Nel foro destinato al pennellino è inserito un pastello color argento, simbolo di creatività e possibilità.
All’interno del barattolo su una lunga striscia di cotone ricavata da un vecchio lenzuolo è ricamata una frase ispirata agli scritti di Natalia Ginzburg: La memoria delle mani è più forte di quella del cuore. Le mani ricordano come si fa il pane, come si cuce un bottone, come si aggiusta un giocattolo o si accende una fiamma. Non dimentichiamo di usare le mani; ogni gesto è un sapere antico che si perde se non lo esercitiamo. La memoria delle mani rimane quando quella della mente vacilla.
Un invito a ritrovare il sapere manuale, in un’epoca in cui la tecnologia riduce il contatto con la materia e impoverisce il gesto.
Sul retro del tessuto, come piccole reliquie del fare, sono cuciti oggetti che evocano la manualità. Un frammento di pettine di legno, un fischietto d’argilla fatto a mano, il portamine di un compasso, una mano di legno che stringe una pietra rosa, un pezzo di gomma pane, una parte di metro da falegname, una lettera tipografica in piombo e una cerniera di stoffa e metallo.
Ogni elemento è una traccia di lavoro, un frammento di mestiere, un’eco delle mani che costruiscono e riparano il mondo. Un piccolo archivio di gesti dimenticati, racchiuso in un oggetto-talismano che custodisce la sapienza del toccare.
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