Da bambina mi è stato insegnato che l’agiatezza viene dal lavoro. Tanto lavoro tanti soldi, sempre se riesci a strapparli a chi te li deve, cosa non conseguente e poco onorevole. Credo non esista un concetto peggiore da scolpire nella propria discendenza. Perché crea eserciti di persone che si rassegnano ad adattarsi a qualunque professione per ottenere in cambio la famigerata tranquillità, anche denominata “morte dell’anima”.

Col senno di poi so che la prosperità arriva solo dalla gioia, intesa come vibrazione. Uno stato stabile, abituale, estatico, non difficile da ottenere se si è disposti a rinnegare con decisione la paura, che ne è l’antitesi.
Tempo fa feci timide prove. Con grande difficoltà mollai il lavoro per una giornata, facendo cose che mi dessero gioia. Nel mio caso intridermi di natura, mare, bosco, cielo, quello che è. Lo stesso giorno o quello immediatamente successivo fu come se si aprisse un diga e cominciasse a fluire energia. Piccole entrate, qualche lavoro inaspettato, all’inizio si trattava solo di gocce. Testarda come sono non è stato facile e non lo è ancora del tutto lasciar andare ciò che chi ti ha allevato, e poi la società, ti ha inculcato in ogni modo possibile.

Questo stato di grazia attrae quantisticamente non solo benessere economico, ma tutto ciò che è felicità, quindi salute, occupazioni che si amano, persone portatrici di vibrazioni equivalenti. Qualche anno fa desideravo e immaginavo non so perché che la prima esposizione che avessi fatto si sarebbe dovuta svolgere in un edificio che avesse una storia, con pareti scrostate, un po’ decadenti. E così fu, quasi non potevo crederci quando mi fu presentato il luogo: era identico a come lo avevo immaginato. Magia pura per me.

Amo questo argomento, l’esistenza di un mondo che considero più vero di quello universalmente considerato plausibile. L’energia che incide fattivamente sulla realtà. La realtà vera da sempre per me. Entanglement? Chissà.

Tutto questo per dire che domani alle 16.30, in quel di Perugia, SCD Studio inaugurerà ṬILISMĀN – il potere magico delle parole, una collettiva alla quale parteciperò con un’opera che ho chiamato “Troppa grazia Sant’Antonio”.
Il lavoro che ho creato esplora come sempre memoria e identità. Solo qualche generazione fa la fecondità era fortemente auspicabile: i figli, per quanto difficile fosse la situazione economica familiare, erano comunque considerati una benedizione, imprescindibili per la felicità di una famiglia. I bambini portano letizia in una casa, ed eccoci tornati al discorso di poco fa.

Adesso la natalità è a tasso zero se va benissimo (due figli per famiglia). Il futuro è percepito come una minaccia, ogni figlio comporta un’investimento di circa 200.000 euro fino alla maggiore età. La genitorialità è diventata quasi inaccessibile. Il mio lavoro vuole essere un talismano temporale, di evocazione collettiva e resistenza divergente allo spettro della paura che ci viene propinato in ogni modo possibile.
Saranno in mostra (e in vendita) anche alcuni dei talismani piccolini che potete vedere nello shop, pure loro magici, piccoli incantesimi energetici. Se qualcuno che legge ci dovesse fare un salto mi farà molto piacere sapere cosa ha pensato delle mie cose e di quelle degli altri tredici meravigliosi artisti che espongono.
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