Questa mattina su Facebook leggevo un post di Matteo Gazzolo sulla situazione economica e sociale nella quale siamo immersi fino al collo in questo momento storico.

Ricamo su stoffa vintage

Lo scritto prende spunto dalla frequentazione dei discount e dalla differenza tra i clienti di questi ultimi e quelli dei supermercati “normali”, mettendo così in evidenza il forte aumento della povertà in Italia negli ultimi anni e i vari volti che questa situazione assume, che diventano sempre più evidenti e terrificanti.

Ne cito alcuni stralci, dovesse perdersi nell’insensata schizofrenia dei social.

“Lo scalino sociale è molto alto, c’è un distacco tra mondi enorme. Noi tutti viviamo senza volerci fare carico di questa situazione in corso, che evolve e peggiora anche grazie al non voler guardare di moltissimi, oltre che alle politiche identiche di destra e sinistra.

Esiste la mezza povertà e poi la piena povertà e le due cose sono la realtà per milioni di abitanti del suolo italiano. Questo esiste e viene ignorato. Gli indifferenti del mondo di mezzo tracimano a volte tra i mondi senza fare una piega, possono pure andare nei discount. Ma si vede lontano un miglio il disagio e il disprezzo che provano verso la povertà dalla quale non vogliono essere neppure sfiorati.

Ho imparato molto della realtà nei tanti anni di frequenza nei discount. Si vede che cosa significano in pratica la politica, i media, i talk show, i giornali mainstream. Che cosa significano la gestione delle risorse e del denaro, il mercato del lavoro, gli stipendi, la precarietà. Il disagio, l’alienazione, il peso e le difficoltà degli ultimi. Per i quali non si convoca nessuna piazza, non ci si preoccupa, non ci si spende, non se ne parla mai.

Infatti in molti discount c’è più silenzio, c’è una maggiore dignità nel non fingere che “va tutto bene”. Non serve a tanto fare la manfrina rumorosa che invita a comprare, a spendere, a cogliere le imperdibili offerte speciali.

Le persone non sono più in vendita, sono esse stesse il prodotto del profitto. Sono dei viventi discount essi stessi. Non hanno nulla di cui essere spremute ulteriormente perché lo sono già state del tutto. E nessun partito, nessun sindacato, nessun canale TV, nessun giornale, nessun influencer, nessun benpensante, nessun maledettamente ipocrita borghese se ne occupa più.

Alcuni dati (fonte Google):

“La povertà in Italia è in forte aumento, con oltre 5,6 milioni di persone in povertà assoluta nel 2023, pari al 9,7% della popolazione, secondo i dati Istat e analisi di enti come Caritas Italiana e Osservatorio CPI. Questo fenomeno è in parte dovuto all’aumento dell’inflazione, che ha eroso il potere d’acquisto dei redditi più bassi. E si manifesta con significative disparità territoriali, maggiormente concentrate nel Mezzogiorno. Si osserva inoltre un aumento della “povertà lavorativa”, ovvero persone che, pur avendo un impiego, non riescono a raggiungere un reddito sufficiente per una vita dignitosa.

Un numero crescente di lavoratori si trova in condizioni di povertà, guadagnando stipendi troppo bassi per sostenere un tenore di vita dignitoso. Il lavoro sta perdendo la sua funzione di antidoto contro la povertà.”

“I poveri assoluti, 1 su 10 persone che si incontrano per strada e i poveri relativi quasi 3 su 10 di chi vediamo nei negozi e negli uffici dove tutti ci rechiamo, sono costantemente in aumento e di loro non si parla. Per loro non si manifesta, per loro non si commuove nessuna star, nessun influencer di grido, per loro non si fanno azioni dimostrative di sensibilizzazione, di loro non frega niente a nessuno.

Sembra proprio che il vero “discount” sia la coscienza media nel contesto generale dei cittadini italiani. Che ormai vale quanto un prodotto di sottomarca, non ha più un valore, non ha più dignità, che non conosce altruismo (a parte gli eroici sforzi del volontariato, che fa quel che può, ma non interviene sulle cause).

Non abbiamo più il valore fondante della solidarietà e il coraggio di occuparci dei veri problemi che affliggono il nostro paese. L’Italia sembra diventare sempre più un discount delle coscienze, sembra spegnersi il suo antico spirito di umanesimo nel cuore inaridito delle persone. Non serve a nulla accendersi qui e là a comando per questo o quel tema gridato dai media. Cosa che fa solo da foglia di fico del fatto che non guardiamo la gente che cammina accanto a noi – ogni giorno. La gente che non ce la fa a vivere una vita normale.

Giriamo la testa dall’altra parte, stanchi e sconfitti, forse anche più di chi subisce fisicamente le conseguenze del modello di società che tutti stiamo accettando senza fiatare.”

Dal 2008 attraverso il pasto nudo ho cercato in ogni modo di comunicare l’esigenza importantissima di recuperare i valori di cui sopra.

Nell’arco del tempo mi sono resa conto che ero una voce nel frastuono. Ho sperato che altri potessero comunicare la consapevolezza attraverso una delle porte alla quali vi si accede, che nel caso in questione era il cibo, un linguaggio necessario e familiare a tutti.

Nel 2018 ho deciso di mettere un punto a questa emorragia energetica e di dedicarmi alla consapevolezza attraverso l’arte. Un idioma non accessibile a tutti, ma almeno il mio linguaggio più profondo e radicato, le mie vere radici.

Anche così rimarrò una Cassandra che indica il burrone al proverbiale branco di lemming. Ma almeno lo farò esprimendo ciò che sono veramente. Alla fine, come si può ben arguire dall’avvento dell’AI, solo l’arte, solo la creatività, solo la divergenza, solo la nobiltà d’animo ci salveranno.